giovedì 4 settembre 2014

DUE UOMINI E UNA DUSTER - Mostra dei pittori Siciliani dagli anni '30 ad oggi. Ex Stabilimento Florio Favignana


Sbarchi a Favignana e la prima cosa che fai e' una passeggiata tra piazzette e strade del centro. Ma  quello che non ti aspetti e'di trovare una marea di manifesti, locandine, totem che ti informano di questo o quell'evento. La mostra sui pittori siciliani faceva annuncio di se nella chic Piazza Europa. Il totem era quasi tutto coperto dall'immagine de La Vucciria di Guttuso. Evento in atto fino a metà ottobre, curato da Vittorio Sgarbi, si svolge nei padiglioni dell'ex Stabilimento della Tonnara, trasformato, con un'apprezzabile recupero, in un museo sul mare, letteralmente. Lo Stabilimento e' uno dei pochi esempi italiani di archeologia industriale degno di nota. Fu una fabbrica assolutamente futurista. Basti ricordare la presenza della nursery ed il diritto delle lavoratrici di assentarsi per 15 minuti, ogni due ore di lavoro, per poter allattare i figli. Oggi che si parla di riforma del lavoro, sorrido di fronte a tanta contemporanea inadeguatezza. 






























Ex stabilimento della Tonnara ai piedi della fortezza di Santa Caterina

































sabato 30 agosto 2014

ATTIVIAMOCI PER LA RICERCA

Ho appena ricevuto questa segnalazione dall'Ufficio Stampa Fiat. Diffondo volentieri. Spero facciate lo stesso.

venerdì 22 agosto 2014

DUE UOMINI E UNA DUSTER - Palazzo Florio, Favignana. Stavolta senza Duster






Palazzo Florio, in stile Liberty, progettato dall'architetto Almeyda Damiani, fu la residenza estiva della ricca famiglia da cui prende il nome. Realizzato con la pietra corallata Favignanese, accoglie con la sua bellezza i viaggiatori che arrivano al porto. Oggi di proprietà del Comune, ospita un piccolo museo e mostre temporanee. Il giardino abbellito da alberi tipicamente mediterranei con qualche incursione africana, lo circonda completamente. Varcato il cancello di ingresso, si entra in un'atmosfera senza tempo. Un incantesimo che riporta agli antichi splendori, sembra quasi che qualche nobildonna appaia all'improvviso sullo scalone per accompagnarci al salone superiore, al primo piano. L'ingegno dell'architetto ha creato una sorta di illusione ottica. Arrivati al primo piano, sembra che non vi sia modo di accedere al secondo. Eppure, dall'esterno e' evidente che ci sia. Scoprirò poi che per dividere nettamente la zona di rappresentanza da quella più specificatamente privata, furono realizzate una serie di scale praticamente invisibili agli ospiti. Segno che il senso della privacy non sia un concetto recente. Altri tunnel collegano la residenza ai Pretti, complesso architettonico poco distante, dove trovarono posto le cucine, le scuderie e le stanze della servitù. Oggi, i Pretti, sono diventati un lussuoso albergo ricco di fascino. Palazzo Florio ospito' personaggi illustri durante il periodo della mattanza, la feroce quanto suggestiva pesca dei tonni, emblema della battaglia tra uomo e natura. Non fu solo meta mondana per la famiglia, ma anche luogo di ristoro per i dispiaceri della vita. Donna Franca, infatti, trascorse un lunghissimo periodo a Favignana dopo la morte della figlia Giovanna. Forse, solo un luogo magico come quest'isola poteva sollevare da un dolore simile. Quest'anno le sale ospitano una mostra dedicata a Zu Sarino, artista locale dall'ingegno originale, condito da un pizzico di stupenda follia. Anni fa ebbi il piacere, quando era ancora in vita, di poterlo conoscere. Le leggende intorno alla sua persona unite al suo stile, mi ricordarono immediatamente Ligabue. Rivedendo adesso le sue opere non posso che confermare la mia prima impressione. Potrei scrivere milioni di parole, ma non riuscirò mai a restituire al lettore le sensazioni che si provano visitando questo gioiello. Bisogna andarci di persona. Come tutte le cose belle, esiste anche in questo caso l'aspetto negativo. Come si potrà immaginare, il palazzo necessita di manutenzione periodica. A quanto pare però chi dovrebbe occuparsene con amore pensa che queste operazioni possano o debbano essere solo un modo per fare soldi. L'ultimo restauro, certamente non conservativo, e tralascio qui gli scempi commessi, ha esaurito i fondi stanziati molto prima della fine dei lavori. Il risultato e' che la meravigliosa terrazza e' crivellata di buchi, letteralmente, quindi inagibile e non fruibile ai visitatori, stesso discorso per il secondo piano, non visitabile pare per problemi di tenuta del tetto. Spero non accada, ma se dovesse crollare qualcosa, piangeremo per l'ennesima risorsa perduta. Dopotutto, un famoso ministro della repubblica del nulla, disse che con la cultura non si mangia........

































































giovedì 21 agosto 2014

DUE UOMINI E UNA DUSTER - Cala Rossa

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CALA ROSSA - FAVIGNANA - EX CAVA DI TUFO



La battaglia decisiva della prima guerra Punica avvenne qui. La cala prende il suo nome dal mare che divenne rosso per il sangue versato. Oggi leggiamo questa pagina di storia come una semplice cronaca, dimenticando la vera tragedia che si consumo' su queste meravigliose acque. La guerra, in qualsiasi momento storico, rimane una barbarie. Schifosa e' oggi, schifosa dovette essere allora. Ero indeciso se farne cenno, ma tant'è, il mito rimane tale. Il luogo e' davvero straordinario. Sfruttato per secoli come cava di tufo, materiale con cui è stata edificata tutta la parte urbana dell'isola, si raggiunge percorrendo una strada bianca che contribuisce a mantenere intatto lo stato selvaggio del sito. Come si nota dalle immagini, Cala Rossa e' diventata meta di pellegrinaggio per i turisti che soggiornano a Favignana. Dopo aver lasciato l'auto in uno dei parcheggi predisposti dal Comune, bisogna camminare qualche minuto sotto un sole implacabile accompagnati però da un piacevolissimo vento perenne. Sembra dura, ma scorgere durante la passeggiata i giardini ipogei ripaga in buona parte, finché non si ha un vero e proprio moto dell'animo, quando attraverso alcuni faraglioni non si scorge la più bella gamma di tonalità di azzurro che la mente umana possa immaginare. E da li si inizia ad accelerare il passo, spinti dall'incredulità, temendo quasi si possa essere trattato di un equivoco. Troppa bellezza può confondere. Arrivati alla spianata, che gioia scoprire che avevamo avuto solo un'anteprima di quanto possa essere superba la natura. Sono gli esseri umani la parte peggiore di essa. Gli occhi riescono a fatica a contenere lo spettacolo. Dalla costa alta e frastagliata si ammira una gigantesca piscina naturale incastonata in un semicerchio di roccia e terra. In fondo, all'orizzonte, solitaria e paciosa, circondata dal blu intenso, l'isola di Levanzo. A destra, verso Trapani lo scoglione di Formica, un tempo sede di tonnara, oggi centro di recupero da tossicodipendenza. Scendere verso quell'immensità cristallina richiede un po' di sforzo, lautamente ripagato. Nuotare con i pesci colorati quando capita nella vita? Una volta in acqua, altra sorpresa. Rivolto il punto di vista alla costa, si scopre l'anima cubista del posto. Tagli netti, immensi squarci squadrati, pareti a piombo, scalini, gallerie, un dedalo infinito di passaggi, testimoniano la mano umana. Come accennavo sopra, da qui hanno estratto il materiale edile per costruire il paese conferendo al luogo un aspetto ancora più non ordinario. Mille incisioni decorano le pareti. Moderni graffiti mantengono memoria di tanti che da qui sono passati. Sono indeciso se la cosa mi piaccia o meno. Però mi chiedo cosa stiano facendo oggi MARCO E MARZIA FOREVER 24/08/1982 e se ogni tanto tornano a rileggere la promessa eternata nella roccia.








venerdì 15 agosto 2014

DUE UOMINI E UNA DUSTER - La pietra corallata, la pietra che canta






Nietzsche riteneva che il futuro fosse nelle mani degli artisti. A giudicare dall'amore del Maestro Antonino Campo per la rivalutazione e la conservazione del territorio, c'è da credere al grande filosofo. Ho conosciuto Campo qui a Favignana durante una serata divulgativa da lui curata, tenutasi nella meravigliosa cornice lunare di Cava Sant'Anna. Antica risorsa tufacea, oggi conosce nuova vita come luogo aggregativo per residenti e turisti. Si trova in pieno centro storico, nell'omonimo quartiere. Le sue pareti di roccia viva fanno sfoggio di una narrazione appassionata di quella che fu un'attività di enorme rilievo per l'isola. 


I CANTUNA

U suli un trapanava nta pirrera
perciò un si capia quannu muddari.
Matina, mezziornu, sira,
eri sempre l'ura  giusta:
ura di travagghiari senza sosta.
E sutta l'occhiu certu e manu franca
a roccia matri figghiava cantuni 
a beddu cori, a carrittati sani.
I muli i purtavano o scalu
dunni varcuna, chini comu l'ovu,
viaggiavanu versu a terra ferma.
Dda i cantuna erano apprizzati
pi fabbricari casi e monumenti.
U tempu ancora i cunserva sani 
come testimoni di dda fatica 'nfami
e si ci cririti, sciatianu d'amuri 
e ancora culanu di sururi.
BICE BANNINO


Nel 2010 al Maestro viene riconosciuto, dal Comune di Favignana, il ciclo di lavorazione della locale pietra tufacia quale Eredità Immateriale di Interesse Locale del territorio, iscrivendolo nel relativo Libro dei Saperi, visto l'esito positivo del procedimento di valutazione attuato dalla Commissione Scientifica in seno all'Associazione "I WORLD", nel rispetto dei principi sanciti dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 2003. 

Con la DUSTER ho percorso la stradina di Contrada Badia, in cerca del museo a cielo aperto sede anche del laboratorio dello scultore. Mi accoglie con la sua aria serafica, i capelli bianchi sottomessi ai capricci del vento. Lui parla, mi racconta, mi spiega. Io resto in preda all'emozione. A stento oso interromperlo. Temo di rompere l'incantesimo. Mi sento quasi indegno. Provengo dal caos, dalla grande città, dove il disordine e' la norma. Lui parla di natura, di vento, di acqua che vive. Rimango impressionato da questo verbo. Dice proprio " l'acqua dolce che vive alla base delle cave". Ha un rapporto privilegiato con tutti gli elementi. Non li teme, li rispetta. E' un cantore, progenie degli antichi. Ogni tanto mi osserva. Fa una pausa. Rimango immobile in attesa che riprenda. Faccio le mie foto quasi di nascosto. Non usa i social, si è solo convertito ad un cellulare semplice e alla posta elettronica. Il mio tablet che ritengo un fedele compagno mi sembra adesso solo un profanatore in mezzo a tanta meraviglia. Fotografo teste di cavalli, donne sirene, foche monache e ad ogni scatto chiedo scusa mentalmente a quelle opere per il disturbo arrecato. Mi ricorda a tratti Modigliani, a volte il Barocco Siciliano con le sue forme aggettanti. Ho dovuto far ricorso a tutto il mio coraggio per chiedere di far entrare l'auto nel vialetto e poterla immortalare insieme ad alcuni dei suoi pezzi. Onestamente mi aspettavo un rifiuto, ma come tutte le persone eccezionali immagino abbia capito al volo quanto ci tenessi e mi ha detto un si con un sorriso. Porto con me il ricordo dei "cantuna", la pietra corallata, la pietra che canta, bianca e bella come la luna, pietra nella quale ogni immagine acquista nuovo valore, nuova coerenza, pietra nella quale ogni soggetto ritrova la purezza delle origini. La ringrazio Maestro. A presto.