venerdì 22 agosto 2014

DUE UOMINI E UNA DUSTER - Palazzo Florio, Favignana. Stavolta senza Duster






Palazzo Florio, in stile Liberty, progettato dall'architetto Almeyda Damiani, fu la residenza estiva della ricca famiglia da cui prende il nome. Realizzato con la pietra corallata Favignanese, accoglie con la sua bellezza i viaggiatori che arrivano al porto. Oggi di proprietà del Comune, ospita un piccolo museo e mostre temporanee. Il giardino abbellito da alberi tipicamente mediterranei con qualche incursione africana, lo circonda completamente. Varcato il cancello di ingresso, si entra in un'atmosfera senza tempo. Un incantesimo che riporta agli antichi splendori, sembra quasi che qualche nobildonna appaia all'improvviso sullo scalone per accompagnarci al salone superiore, al primo piano. L'ingegno dell'architetto ha creato una sorta di illusione ottica. Arrivati al primo piano, sembra che non vi sia modo di accedere al secondo. Eppure, dall'esterno e' evidente che ci sia. Scoprirò poi che per dividere nettamente la zona di rappresentanza da quella più specificatamente privata, furono realizzate una serie di scale praticamente invisibili agli ospiti. Segno che il senso della privacy non sia un concetto recente. Altri tunnel collegano la residenza ai Pretti, complesso architettonico poco distante, dove trovarono posto le cucine, le scuderie e le stanze della servitù. Oggi, i Pretti, sono diventati un lussuoso albergo ricco di fascino. Palazzo Florio ospito' personaggi illustri durante il periodo della mattanza, la feroce quanto suggestiva pesca dei tonni, emblema della battaglia tra uomo e natura. Non fu solo meta mondana per la famiglia, ma anche luogo di ristoro per i dispiaceri della vita. Donna Franca, infatti, trascorse un lunghissimo periodo a Favignana dopo la morte della figlia Giovanna. Forse, solo un luogo magico come quest'isola poteva sollevare da un dolore simile. Quest'anno le sale ospitano una mostra dedicata a Zu Sarino, artista locale dall'ingegno originale, condito da un pizzico di stupenda follia. Anni fa ebbi il piacere, quando era ancora in vita, di poterlo conoscere. Le leggende intorno alla sua persona unite al suo stile, mi ricordarono immediatamente Ligabue. Rivedendo adesso le sue opere non posso che confermare la mia prima impressione. Potrei scrivere milioni di parole, ma non riuscirò mai a restituire al lettore le sensazioni che si provano visitando questo gioiello. Bisogna andarci di persona. Come tutte le cose belle, esiste anche in questo caso l'aspetto negativo. Come si potrà immaginare, il palazzo necessita di manutenzione periodica. A quanto pare però chi dovrebbe occuparsene con amore pensa che queste operazioni possano o debbano essere solo un modo per fare soldi. L'ultimo restauro, certamente non conservativo, e tralascio qui gli scempi commessi, ha esaurito i fondi stanziati molto prima della fine dei lavori. Il risultato e' che la meravigliosa terrazza e' crivellata di buchi, letteralmente, quindi inagibile e non fruibile ai visitatori, stesso discorso per il secondo piano, non visitabile pare per problemi di tenuta del tetto. Spero non accada, ma se dovesse crollare qualcosa, piangeremo per l'ennesima risorsa perduta. Dopotutto, un famoso ministro della repubblica del nulla, disse che con la cultura non si mangia........

































































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