giovedì 7 agosto 2014

DUE UOMINI E UNA DUSTER - destinazione raggiunta

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La meta e' stata raggiunta. Guidare per centinaia di km mi mette allegria. Lo notate nella prima foto. Seduto a fianco, il mio navigatore di fiducia, nonché fotografo investito dell'ufficialità, nel momento in cui ho realizzato che guidare, reggere un tablet e non fare un incidente era cosa ardua. Giamba, così si chiama, ha preso sul serio la sua investitura tanto da suggerire scatti sempre opportuni. In Basilicata la pioggia ci ha sorpresi. Dalle 17 in poi, rovesci di una certa consistenza ci hanno accompagnati quasi fino a Reggio Calabria. Vi racconto un po' dell'auto. Dacia DUSTER Laureate GPL grigio cometa  con 6900 km nelle ruote. Iniziamo dai consumi. Siamo partiti da Napoli ed abbiamo raggiunto l'isola di Favignana, la farfalla, l'isola imperfetta come la definisce Davide Pivetti, ( http://www.youtube.com/watch?v=DWfc93S-6Q0 ) con 65€. Due persone a bordo, aria condizionata a palla per tutto il percorso, baule stracolmo: valigia gigante che una compagnia low cost ti triplicherebbe il biglietto, borsone pronto a deflagrare, tracolla già deflagrata, numero due zainetti obesi, culla da campeggio con relativo materassino, vaschetta da bagno bimbi da campeggio, cassetta con numero 12 bottiglie di vino rosso dei Campi Flegrei, tavoletta surf con gigantografia pop art di Minnie, un libro di statistica, un eserciziario, regalo per l'amica Nunzia iper imballato trattandosi di ceramica artistica di Tolteka, un paio di giubbotti rivelatisi vitali durante la cena e qualche altro oggettino sparso. Il tutto richiudendo correttamente la cappelliera. Insomma gran bel bagagliaio ed ottimi consumi considerando le condizioni di viaggio. In autostrada la macchina si è rivelata soddisfacente. Il 1600 soffre un po' i salitoni della Sa-RC ma non sfigura. Indubbiamente i sorpassi vanno calibrati. Scordatevi il superamento subitaneo del tir. Meraviglioso lo schienale del sedile. Ergonomico e riposante. La mia schiena ringrazia. La seduta più lunga di qualche cm non sarebbe stata sgradita però . Comandi intuitivi tranne per il clacson posto all'estremità del devioluci sinistro. Mi ha ricordato la Renault 15 del 74 dei miei genitori. Completo, efficace e gradevole il navigatore anche se consiglio di affidarsi alla gentile voce della signorina che suggerisce il percorso. Posto troppo in basso, induce a distogliere lo sguardo dalla strada per consultarlo. Più che sufficiente l'impianto audio che dispone di ingresso usb per la tua musica preferita ma non di lettore cd. Scelta che apprezzo. Niente dischetti sparsi per l'abitacolo e grande vantaggio per l'ambiente. Brava Dacia. A velocità sostenuta, talvolta l'avantreno appare un tantino galleggiante. Nulla di preoccupante però anche se le risposte sulle giunzioni dei viadotti, all'inizio mi hanno messo un po' d'ansia. Frenata talvolta lunga ma basta abituarsi al pedale che in una prima fase risponde lieve per poi mordere pigiando a fondo. Bella stabilità alle raffiche di vento laterali subite sugli alti viadotti calabresi. Encomiabile il bocchettone di rifornimento gas senza bisogno dell'adattatore. Finalmente si arriva al distributore e la pistola viene agganciata direttamente all'alloggiamento. Di fronte a tanta "modernità", trovo una contraddizione l'indicatore del gas vecchia maniera, quindi solita borchietta con led montata in basso, alla sinistra del cambio. Sensazione di posticcio, di auto convertita, quando invece il modello ha un motore dedicato, ottimizzato per il funzionamento a gas. Lo strumento, tra l'altro, risente troppo della luce solare rendendolo inconsultabile in alcune circostanze. Raggiungiamo Brolo intorno alle 21,30. Nunzia ci accompagna su in montagna, a Ficarra, dove ha prenotato per noi un delizioso albergo ( http://anticadimoramarinelli.it/dimora.html ). Gentilissimi e simpatici i proprietari. Consigliabilissimo. Ci fermeremo solo per una notte. Chiediamo però di pagare il supplemento parcheggio. In auto ci sono troppe cose. Meglio evitare sorprese. Ma le sorprese a volte ti si attaccano come una zanzara in calore. La signorina ci spiega dove portare l'auto, il numero civico, ci parla di una serratura speciale, di una saracinesca, ma complice la stanchezza e la meravigliosa cena e relativo vino, di cui vi dirò ,ricordiamo ben poco. Imbocchiamo un cancello e fermiamo l'auto secondo indicazioni, più o meno. Qualche dubbio lo avevamo. Infatti, sorpresa del mattino, scopriamo di aver parcheggiato a casa di una privata cittadina. Ancora sto ridendo. E rido ancora di più pensando al modo in cui avrebbe voluto scusarsi Giamba qualora avessimo trovato il cancello chiuso ed avessimo dovuto chiamare i proprietari per recuperare la macchina: signora, ci perdoni, abbiamo capito male le indicazioni dell'albergatrice, intanto ci apra. Più tardi puo' andare a ritirare al Marinelli i tre € di supplemento che abbiamo pagato ma che invece toccano a lei.......per fortuna il cancello era aperto e nessuna signora ci aspettava per le dovute spiegazioni. Oddio che figuraccia che abbiamo evitato. 

Nunzia se telefona fa smuovere il mondo. Sono bastate poche parole ed avevamo un tavolo per tre a LA BADIA in Piazza Monastero a Ficarra. Straconsigliato al pari dell'albergo. Roberto e Nuccio ci hanno accolti con simpatia rara. Tavolo all'aperto circondati dal fascino dell'architettura medievale. Su un lato la bellissima facciata del Palazzo Piccolo Cupani sede del locale, dalla parte opposta una chiesetta di montagna, aperta, illuminata, che faceva sfoggio dei suoi bellissimi interni. Credetemi, suggestivo ed emozionante. Nel prossimo post, vi racconterò le meraviglie culinarie che abbiamo avuto l'onore di assaggiare. L'esperienza merita assolutamente un articolo dedicato.





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