sabato 13 luglio 2013

LA NUOVA HYUNDAI i10 SARA' TURCA!

La prossima serie i10, la pratica utilitaria del segmento A della HYUNDAI, sarà Turca, come già diversi modelli della Casa. Hyundai annuncia oggi il completamento dei lavori di ampliamento dello stabilimento di HAOS a Izmit (Turchia). Grazie a un investimento pari a 475 milioni di euro, lo stabilimento in Turchia raggiunge una capacità produttiva di 200mila esemplari/anno – tra cui la nuova i10, che verrà rivelata al prossimo Salone Internazionale dell’Auto di Francoforte. Nel 2014, il 90% delle vetture Hyundai commercializzate nel vecchio continente sarà prodotto in Eu. Il successo dello stabilimento di Izmit è un pilastro fondamentale della strategia europea di Hyundai, e ha spinto l’azienda a realizzare un altro impianto nel vecchio continente, quello di Nosovice (Repubblica Ceca), aperto dal 2008. Dalle 114.000 vetture realizzate nel primo anno, la produzione è via via aumentata fino a raddoppiare pochi anni dopo: dopo gli ultimi ampliamenti, gli impianti hanno da tempo raggiunto la piena capacità produttiva (300.000 esemplari l’anno su tre turni), realizzando differenti linee di prodotto: ix20 (la monovolume compatta che ha proprio l’Italia come primo mercato europeo), la “famiglia” i30 (in versione 3 porte, 5 porte e Wagon) ed il crossover di successo ix35, fra i best-seller del segmento C-SUV in Italia. Significativo come il 95% delle Hyundai vendute in Europa siano state ideate, disegnate e sviluppate in Europa. Gli investimenti sul brand e il crescente successo che Hyundai sta riscuotendo presso gli appassionati del vecchio continente sono destinati a elevare al 90% del totale la percentuale di vetture Hyundai commercializzate in Europa e prodotte nel medesimo continente. Un plauso all'attività della Hyundai. Resta, però, l'amaro in bocca, per lo stabilimento di Termini Imerese, rimasto desolatamente vuoto. Nessun costruttore, a parte qualche maldestro tentativo, si è interessato a questo importante distretto industriale. Sarà che le politiche economiche italiane non sono all'altezza delle necessità del Paese?

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